In vista  del convegno di Bergamo 2013


Istituzione e profezia: quale modello per la Chiesa d’oggi

Si può avanzare l’ipotesi che la Dei Verbum sia l’asse portante e la chiave interpretativa di tutto il Concilio, che non ha voluto essere ecclesiocentrico, ma si è poi appiattito su questioni ecclesiologiche. A questa ipotesi di lavoro ne fa seguito un’altra: prima o accanto ad un modello di chiesa di segno istituzionale espresso dalle Costituzioni Lumen Gentium e Gaudium et Spes – è possibile enucleare un modello di chiesa in termini profetici a partire appunto dalla Dei Verbum? In altre parole, prima che rinchiudere la Parola di Dio nella chiesa, forse è il caso di ricollocare la chiesa dentro l’intero mistero della rivelazione o nella storia della salvezza: una Chiesa interamente “sotto la Parola di Dio”.
Questa diversità di approccio la si coglie mettendo a confronto il n.1 sia della LG che della DV: da una parte si definisce formalmente la chiesa “sacramento – segno e strumento – dell’intima unione con Dio e dell’unità dell’intero genere umano”, dall’altra se ne dà una descrizione dal vivo, e si dice che essa si presenta “In religioso ascolto della parola di Dio” e in stato di annuncio per servire la comunione ricevuta, “affinché per l’annunzio della salvezza il mondo intero ascoltando creda, credendo speri, sperando ami”.
Quella della Dei Verbum è più che mai chiesa in atto e in dialogo con Dio e col mondo: è meno che mai uno stato, una gerarchia, un ordinamento giuridico, né solo magistero, ministero, organizzazione. È sacramento, ma in quanto Parola di Dio fatta carne: quanto di più imprevedibile e fragile ci possa essere. Non è sostanza o soggetto a sé preesistente, ma è relazione sostanziale o costitutiva, “persona mistica”: non potere di sangue o volere di uomo, ma potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede.

Se la Dei Verbum – pomo della discordia – non ha potuto a suo tempo strutturare pienamente e dare una impronta unitaria a tutto il Concilio, può diventare ora la matrice di una Chiesa profetica? Se la nostra risposta è “sì”, l’impresa è tutta davanti a noi e richiede semplicità di colombe e accortezza di serpenti. Non bastano proclami o prese di posizione, ma ci vuole “cuore buono e perfetto” (Lc 8,14) che porti frutto con la perseveranza.

Alberto Bruno Simoni

Intervento fatto al convegno di Roma del 20 giugno 2009

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