Il Regno dei libri – Libri del Regno

Si parla di Chiesa come popolo di Dio – accento portato dall’America Latina dal pontificato di papa Francesco – a indicare la totalità dei fedeli battezzati che è decisamente più ampia della Chiesa gerarchica. Ma sempre meno si ricordano quei preti che a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso decisero di «farsi popolo» scegliendo di viverne la quotidianità allora più diffusa: quella operaia. Infatti, finita la centralità sociologica di quella categoria, la loro scelta decisamente minoritaria è quasi scomparsa, anche se ve n’è ancora traccia in Spagna (pensiamo al gruppo che pubblica la rivista Noticias obreras) e in Francia (dove c’è un ufficio della Conferenza episcopale), ma non solo.

Anche in Italia vi fu la stagione dei preti-operai, nel Nord-Italia ma anche nella centrale Firenze, dove in particolare la loro vicenda s’intrecciò ai dibattiti e ai conflitti della Chiesa locale nei fermenti della quale sorsero anche figure come quella di La Pira, don Milani, p. Balducci.

Per questo è interessante il recupero della memoria di due figure fiorentine come don Ernesto Borghi e don Renzo Fanfani che ci presenta Bruna Bocchini nell’ultimo numero della rivista IL REGNO. Del primo parla il volume Beniamino Deidda, Basta un uomo (Piagge 2021), che – tra l’altro – ricorda la partecipazione di La Pira a una messa celebrata da don Borghi in una fabbrica occupata, cosa per cui ricevette una censura da Pio XII.

Del secondo parla invece il testo di Paola Sani, Renzo Fanfani, prete operaio (Gabrielli 2021). Egli lavorò in fabbrica grazie a un silenzio interpretato come assenso del vescovo Florit che, dopo le vicende legate all’Isolotto, aveva come priorità di non finire sul giornale. Più defilato di don Borghi, Fanfani visse a Empoli come vetraio, fabbro e come parroco di una parrocchia con le porte aperte all’accoglienza: ma il fatto d’aver accettato una parrocchia venne ritenuto troppo «clericale» dai confratelli operai del nord Italia. L’ideologia, in un certo senso, non muore mai.

(ricevuto nel giugno 2023 dalla rivista IL REGNO)

 

 

 

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