Don Cesare Sommariva

1933 – Nasce a Milano l’8 gennaio in una ricca famiglia della borghesia milanese

1951 – Ottenuta la maturità classica al collegio Gonzaga, entra nel seminario diocesano

1955 – Viene ordinato sacerdote il 26 giugno

1956 – È nominato coadiutore alla parrocchia di Pero. Arriva ad insegnare nei corsi di apprendistato all’Alfa Romeo, ma è successivamente dimesso per il suo insegnamento “pericoloso”; va ad incontrare don Lorenzo Milani subito dopo la pubblicazione di Esperienze Pastorali: con lui continuerà a confrontarsi fino alla sua morte; seguirà con attenzione la pubblicazione di Lettera a una professoressa, essendo le condizioni fisiche di don Milani ormai pesantemente aggravate.

1970 – Lascia la parrocchia di Pero per collaborare con don Aldo Farina (fino ad allora assistente diocesano dell’Azione Cattolica) a formare una nuova parrocchia nella periferia di Sesto San Giovanni. Con don Aldo fa vita comune in una casetta del quartiere operaio costruito dalla CECA (Comunità Europea Carbone e Acciaio); a loro si aggiungerà nel 1972 don Giorgio Bersani, che l’anno dopo inizierà a fare l’operaio all’Ercole Marelli con il consenso dell’autorità ecclesiastica (è il primo caso nella diocesi di Milano).

1974 – Lascia la parrocchia di Sesto per iniziare la vita di prete operaio, ospite in una cella del convento cistercense di Chiaravalle; dopo un breve periodo in una fabbrica chimica, viene assunto alla Redaelli di Rogoredo, la grande acciaieria nella periferia Sud di  Milano: fino alla crisi dell’azienda, seguirà il massacrante orario di lavoro dei tre turni.

1977 – Ottiene di fare vita comune con altri due preti operai, don Sandro Artioli e don Luigi Consonni: nasce la Comunità San Paolo, così denominata per scelta del Cardinale Giovanni Colombo.

1980 – Con la Comunità San Paolo ottiene l’incarico pastorale del quartiere Stella di Cologno Monzese.

1985 – Entra in contatto, insieme al gruppo dei preti operai lombardi, con la componente cristiana più schierata con la lotta di liberazione in Salvador. Essendo ormai andato in prepensionamento in seguito alla crisi delle acciaierie in tutta Europa, decide di “vedere fino a che punto è possibile” sperimentare anche laggiù le pratiche di intervento culturale in mezzo al popolo, nelle quali la sua esperienza è ormai comprovata.

1986 – Arriva così alla parrocchia di San Roque, nella periferia più povera di San Salvador, negli anni in cui sta crescendo lo scontro tra l’esercito del dittatore Duarte e la guerriglia del  Fronte di Liberazione Farabundo Martì (Nel 1980 era stato assassinato il vescovo Romero). Incomincia il lungo periodo salvadoregno della sua vita, fatto di molti viaggi di lunga durata, nei quali don Cesare arriva anche a provare le prigioni salvadoregne, per un lungo giorno e una terribile notte.

1992 – L’esercito chiude la parrocchia di San Roque, sospettata di collusione con la guerriglia. Il Cardinal Rivera y Damas nomina don Cesare parroco: la chiesa viene riaperta e la parrocchia, nell’arco di pochi anni, diventa un modello di pastorale: suddivisa in 5 settori distinti, nei quali è altissima la partecipazione del popolo povero; e nei quali don Cesare impegna il massimo possibile dello sforzo di formazione non solo religiosa, ma anche sociale.

1996 – Durante i tre anni salvadoregni in cui è stato Fidei Donum in Salvador, Cesare contrae una seria forma di epatite, che negli anni successivi si aggrava sempre di più. La malattia non gli impedisce di fare ancora per 7 anni la spola tra le due parti dell’Atlantico.

2004 – Ultimo, definitivo rientro dal Salvador. Cesare sprofonda sempre di più nella sua malattia, ondeggiando continuamente tra una lucida, sofferta depressione e un abbandono radicale al suo Dio. Fino alla morte, il 20 maggio 2008.


 

Share This