10 giugno 2017 / Bergamo
TERRA E POPOLI. FUTURO PROSSIMO
Interventi e risonanze (9)


 

Famiglia…
Uno spazio fisico, ma ancor più uno spazio interiore…
Una radice fondante; una base sicura o insicura, perfetta o imperfetta, ma pur sempre una base; un incipit per il pellegrinaggio terreno di ogni essere umano…
Una dimensione a cui guardare quando la vulnerabilità si manifesta irruenta nelle nostre vite; un porto sicuro verso cui indirizzare lo sguardo, nel bisogno di sostegno durante le tappe più impegnative del cammino; una luce che rischiara i momenti di buio.
Dove troviamo tutto questo?
Nelle esperienze familiari di rapporti talvolta logori, minati da anni di incomprensioni e di corti circuiti relazionali…?
Nelle famiglie esauste ed ostaggio dell’incalzante frenesia della quotidianità…?
In un destino che talvolta impone la solitudine rispetto ad un nucleo familiare prematuramente dissolto…?
Dove le istanze primarie di ognuno trovano risposte, là è famiglia.
Dove ci sono la condivisione di un sentire comune, lo spazio per una lacrima, la percezione della dedizione e dell’ empatia dell’ altro.
Il mio approdo alla realtà dei preti operai, è stato ed è uno spazio che definisco a tutti gli effetti familiare, il cui tratto distintivo è senza dubbio quello della morbidezza e del calore di cui la famiglia degna di tale nome è portatrice.
L’impressione fondante avuta alla prima riunione alla quale ho partecipato è stata proprio quella del ritrovarsi di un grande ed articolato nucleo familiare all’interno del quale le diverse personalità si incontrano, si confrontano, si confortano, si accolgono reciprocamente, anche e soprattutto nel franco scambio di idee e punti di vista.
L’ampio spazio dedicato ad un reciproco aggiornamento sulle proprie vite con le varie criticità che le contraddistinguono è la portentosa ed ineludibile fase di “riscaldamento” per la maratona di idee che seguirà.

La dimensione dello scambio in semplicità, autenticità e totale libertà in termini di contenuti e di tempi, è l’ingrediente essenziale alla “sintonizzazione” tra tutti i partecipanti ad un dato incontro. Questo prezioso spazio è propedeutico affinché una riunione si trasformi in un “incontrarsi”; è una dimensione di intimità condivisa che abbatte ogni sorta di barriere e che porta dritto alla dimensione del cuore, inteso come centro propulsore del nostro intimo sentire.

Mi sono sentita a casa tra sconosciuti…
Condividere il vivere nella fragilità delle ferite che talvolta solcano le nostre anime, ha fatto affiorare la consapevolezza dell’ appartenenza ad una famiglia altra da quella biologica ed anagrafica, un contesto molto ampio ed inclusivo la cui trama sfugge ai nostri occhi, ma non al nostro cuore.
E quando ci si schiude e ci si concede verso l’ Esterno, altre famiglie si manifestano… ancora più grandi, ancora più inclusive…
Ecco allora affiorare la consapevolezza dell’ appartenenza alla Famiglia per antonomasia: Madre Terra.
E ancora più in là, nel profondo della nostra interiorità, affiora la certezza dell’appartenenza a qualcosa di ancora più ampio ed inclusivo, il Cosmo.
Questa consapevolezza attinge grandemente alle nostre capacità interiori che emergono nello spazio del silenzio e della contemplazione, oltre che nel consolidamento del nostro bagaglio di conoscenza.
Era inevitabile, quindi, che l’attenzione dei preti operai si posasse sul problema dei problemi “La Terra, futuro prossimo. A che punto siamo?”.
Loro, la cui tensione ed impegno intellettuali sono indissolubilmente legati all’ afflato del Cuore, alla dimensione di vita interiore che si evince dalla capacità di essere portatori di istanze sempre nuove ed innestate nel tempo presente. 

Ecco quindi scaturire l’imponente tematica del convegno di Bergamo lo scorso giugno.
Un sasso gettato nello stagno della diffusa cecità delle coscienze, sempre più ripiegate in un orizzonte limitato, miope ed illusorio, irrimediabilmente orientato verso un’ inevitabile deriva dell’ avventura umana.
La grande famiglia, quindi, raccolte le proprie energie, confrontate le proprie idee, consultato i propri cuori, elaborate le proprie conoscenze, ha confezionato la due giorni di Bergamo con sapiente maestria.
Immancabili e propedeutici al fine di entrare autenticamente nel vivo dei temi affrontati, sono stati i momenti di riflessioni condivise e di meditazione, dove mente e cuore apportano il proprio contributo in un’ ottica di integrazione ed unità.

Ecco quindi l’ assoluta pertinenza ed esaustività rispetto alle tematiche affrontate dai relatori intervenuti.
Una nuova sensibilità ecologica, più incisiva, più efficace, più risoluta, più cosciente; lo studio e la comprensione che la Bibbia fornisce rispetto al creato all’interno del quale Dio ci ha collocati; la situazione attuale e gli scenari molto prossimi rispetto ai quali sarebbe auspicabile si adottassero atteggiamenti di consapevolezza.
La Grande Famiglia che include, accoglie, rielabora e porta all’ esterno il frutto delle proprie dinamiche interne, mettendosi al servizio di un contesto ancora più allargato, in una sorta di osmosi dove l’ attenzione che ricevi sarà quella che donerai e dove l’ intenzione che porti nel cuore, prima o poi, troverà espressione.

La mia partecipazione a questo gruppo è stata ed è la metafora della vita che danza attraverso i nostri percorsi individuali accidentati, dove tutto si alterna in un ordine apparentemente sparso, ma che ad un dato momento manifesta il progetto che sottende la cronaca degli eventi.
Grazie per avermi ospitata.

Flavia Laurenti


Share This