Il 27 maggio di cent’anni fa nasceva don Lorenzo Milani; il 20 maggio di quindici anni fa moriva don Cesare Sommariva. Li ricordiamo insieme seguendo questo scritto di Gabriele Arosio.

Non essere interclassisti ma schierati.
La passione di don Lorenzo Milani per le inchieste

di Gabriele Arosio (Pastore della Chiesa Evangelica Battista di Bollate)

«La scuola deve tendere tutta nell’attesa
di quel giorno glorioso in cui
lo scolaro migliore le dice:
“Povera vecchia, non ti intendi più di nulla”
e la scuola risponde con la rinuncia a conoscere
i segreti del suo figliolo, felice soltanto
che il suo figliolo sia vivo e ribelle»
(Lettera di don Lorenzo a Michele Gesualdi)

Andare a Barbiana, vedere con gli occhi e toccare con mano è ancora oggi un’esperienza importante. «Ancora oggi sono affissi ai muri dell’aula barbianese le tabelle e i grafici con le statistiche su temi economici e sociali disegnati negli anni ‘60 dagli allievi, che da quei dati partivano per darsi un metodo, per rendere credibili le loro analisi, e per imbastire le idee per la costruzione di un mondo più giusto» (R. Iaccarino, Educare e negare, Doppiozero 5 febbraio 2023, www.doppiozero.com/educare-e-negare)

Quando ho letto queste righe mi sono tornati in mente vecchi pensieri sulla storia di don Milani e ho pensato che potesse essere importante farli diventare un racconto. Per prima cosa mi è venuta in mente una testimonianza che ho raccolto dal vivo. Sono parole che ho ascoltato da don Cesare Sommariva, prete operaio milanese che aveva collaborato per diversi anni con don Lorenzo e poi aveva fondato a Milano una rete di scuole popolari ispirata al metodo della scuola di Barbiana.
Don Cesare, inquieto e in ricerca, aveva sentito parlare del suo confratello fiorentino e intuendo una certa sintonia tra la sua storia e quella di don Lorenzo (il desiderio di occuparsi dei poveri dopo essere divenuto prete, ma appartenendo come lui ad una famiglia agiata e benestante), si era recato a Barbiana nei primi anni ‘60 per conoscerlo.
Il primo incontro non uscì dai binari di quegli istinti che don Lorenzo stesso si attribuiva con i curiosi che salivano da lui: quelli da “rinoceronte” (Lettera di don Lorenzo a Luciano Ichino, 11 maggio 1959 www.pietroichino.it/?p=44801). Don Cesare si sentì fare una sola domanda secca che finì per funzionare da congedo: sei venuto fin qui, ma hai fatto a Milano un’inchiesta? Non ce l’hai? Ritorna indietro e vieni dopo averla fatta.

L’aneddoto ci introduce a quello che fu per don Milani un vero e proprio metodo di lavoro: l’inchiesta. È un metodo impiegato con ampiezza nel libro Esperienze pastorali. Basta sfogliarne le pagine. Tutte le considerazioni che vi si trovano vogliono essere documentate. […]
A quanto mi risulta nessuno finora ha provato a spiegare come e dove don Milani abbia acquisito la sua passione per questo metodo di lavoro. Ma mi sembra di poter dire che c’è un episodio illuminante negli anni dello studio in seminario, quando Lorenzo Milani si procurò e lesse con grande entusiasmo un libro pubblicato in Francia e non disponibile in traduzione italiana. Tutti i suoi biografi riferiscono quest’episodio e più volte vi ha accennato a voce in vari incontri anche il cardinale Silvano Piovanelli, che fu compagno di don Milani in seminario.
Il seminarista Lorenzo Milani aveva coinvolto i compagni nella lettura e manifestato il proposito di voler tradurre in italiano il libro. «Nel settembre 1943, durante l’occupazione tedesca della Francia, due assistenti della Jeunesse ouvrière chretienne (JOC), Henri Godin e Yvan Daniel, pubblicarono un libro che, nonostante la difficile situazione di guerra, ebbe una consistente diffusione e suscitò notevole scalpore. “La France pays de mission?” – questo il titolo del volume – presentava un’analisi della “scristianizzazione” delle periferie urbane francesi, accompagnata da una serrata riflessione sull’incapacità della chiesa di raggiungere gli ambienti popolari.
Nonostante la cautela dei toni usati dai due preti, la lettura della realtà religiosa e le proposte per attuare la “conquista cristiana” del proletariato apparvero immediatamente dissonanti rispetto alle scelte prevalenti nella chiesa francese» [M. Margotti, La France pays de mission?, vangelo e periferia, in Il Cristianesimo al tempo di Papa Francesco, a cura di A. Riccardi, Laterza 2018].

[… ] A questo punto possiamo chiederci dove conducesse tutta la ricerca che don Milani ha fatto, di numeri e dati, la sua passione per grafici e inchieste,. Ho trovato la risposta in un racconto; leggendolo si renderà chiaro che la lezione di don Milani non si limita ad insegnarci a leggere la realtà né a documentare le nostre ipotesi o affermazioni, ma a spronarci a volere molto di più.
Il racconto è l’incontro tra don Milani e Alberto L’Abate, direttore del Centro Studi della Provincia di Firenze. Tempo prima i ragazzi di Barbiana gli avevano chiesto i dati di una sua ricerca sulla selezione scolastica. Li ebbero e per questo oggi sono anch’essi pubblicati in Lettera ad una professoressa.
«Qualche giorno prima della sua morte, il fratello di don Lorenzo, il dott. Milani Comparetti…mi disse che il fratello stava molto male e mi invitò ad andare a trovarlo insieme a lui a casa della madre. Cosa che feci volentieri. Ma don Milani non sembrò altrettanto contento di vedermi e mi accolse in modo molto aggressivo, lamentandosi che persone come me che erano pagate dalla collettività per studiare problemi sociali, non avessero studiato a fondo questi problemi costringendo loro a farlo. Devo confessare che quelle offese di “mangiare a ufo” o di scarso impegno professionale mi ferirono molto e le ho sentite per molto tempo come ingiuste, anche perché nel mio lavoro, pur nei limiti delle nostre possibilità, mi ero sempre sforzato di fare studi e ricerche proprio su quelli e simili argomenti. Anche se naturalmente i miei lavori, non avendo la carica umana e la bellezza letteraria di Lettera a una professoressa, erano rimasti limitati all’ambito degli addetti e degli studiosi. Ma col passare del tempo mi sono reso conto che lui con quell’aggressione, non ce l’aveva con me personalmente, quanto con tutta la categoria di ricercatori di cui facevo parte e faccio parte e che la sua era una giusta ribellione contro l’atteggiamento prevalente in questa categoria. Un atteggiamento di distacco e di presunta neutralità rispetto all’oggetto della ricerca. Egli chiedeva che i ricercatori prendessero le parti degli ultimi e degli esclusi e li aiutassero nel loro processo e nella loro lotta per uscire dal ghetto in cui la società li aveva messi. E riteneva che la cosiddetta neutralità del ricercatore non fosse che un paravento per continuare a fare ricerca negli interessi del sistema e del mantenimento dello status quo» (Alberto L’Abate, Don Milani e la non violenza, in Don Milani e la pace, Edizioni Gruppo Abele 1988, p.96-97].

Non c’è che un impegno definitivo e ultimo per don Milani da vivere con tutta la passione, il rigore, la coerenza con cui l’ha vissuto lui: «Bisogna avere le idee chiare in fatto di problemi sociali e politici. Non bisogna essere interclassisti, ma schierati. Bisogna ardere dall’ansia di elevare il povero a un livello superiore. Non dico a un livello pari a quello dell’attuale classe dirigente. Ma superiore: più da uomo, più spirituale, più cristiano, più tutto» (L. Milani, Esperienze pastorali, Libreria Editrice Fiorentina, 1958, p. 239).


Queste pagine sono tratte dalla rivista PASSION&LINGUAGGI (numero 27 – maggio 2023). Il sottotitolo di questa apprezzabilissima rivista online è “esperienze e linguaggi della contemporaneità”; questo ultimo numero è dedicato a don Lorenzo Milani nel centenario della sua nascita.

(qui puoi leggere il testo integrale:
www.passionelinguaggi.it/2023/05/01/non-essere-interclassisti-ma-schierati-la-passione-di-don-lorenzo-milani-per-le-inchieste/)


TRE NOTA BENE:

– Lo scritto di Gabriele Arosio puoi ritrovarlo nel BLOG del nuovo sito dei pretioperai: pretioperai.it/blog/

– Sul rapporto tra don Cesare Sommariva e don Lorenzo Milani abbiamo pubblicato (nel n.86 del 2010 della rivista PRETIOPERAI) un notevole studio di Piergiorgio Todeschini: “Don Cesare Sommariva e Don Milani”. Lo trovi qui: pretioperai.it/don-cesare-sommariva-e-don-milani/

– ATTENZIONE: il link definitivo per la connessione al nuovo sito dei pretioperai è semplicemente: pretioperai.it


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